Albania, un “piccolo mondo antico”, raccontato da Rosita Ferrato

Una delle sue ultime interviste è apparsa recentemente sul quotidiano La Stampa, oggi Rosita Ferrato, la mia amica ritrovata, ha voluto farmi un bellissimo regalo! Mi ha offerto la “sua” Albania, attraverso la sua esperienza, le sue sensazioni e la sua nuovissima guida “Albania. Un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo” (ed.Polaris) davvero imperdibile, per chi come me è affascinato da questa suggestiva e poliedrica realtà.
In relazione alla recente pubblicazione, mi introduci alla scoperta dell’Albania vista esclusivamente con i tuoi occhi? “ L’emozione più grande: dal mio arrivo a Tirana, la percezione di un mondo vicinissimo e nello stesso tempo con dei tratti sorprendenti: le architetture che si mischiano in termini inconsueti per noi (penso ai palazzoni e ai murales del periodo comunista, le antiche moschee ottomane, i condomini coloratissimi di certe zone della capitale, le casette tutte ordinate di certe città, i bunker anche… sulla spiaggia, i bazar… e poi piazza Skanderbeg, enorme!) e anche i paesaggi naturali, bellissimi, sulle coste e non meno affascinanti nell’entroterra, con montagne e strade impervie e suggestive, il lago occhio blu, le spose che si fanno fotografare nelle ville antiche… Ma anche il rito del caffè gustato con calma, magari seduti attorno all’albero nella piazza del paese, e la confusione nelle città, un certo gusto anarchico nella guida: tutto è “antico” e nello stesso tempo “frizzantino”…Emozionalmente, direi quindi che sei esposto a tantissimi input perché gli scenari sono molteplici e densi di spunti da approfondire…Il fatto di essere terra di contraddizioni e di mescolanze lo cogli da subito e ti affascina…”

Chi è il popolo albanese? “Nella mia esperienza, gli albanesi sono estremamente vitali, cordiali e dotati di una piacevole autoironia. Frutto di una storia complessa e a volte tragica, le ultime generazioni vogliono crescere e in fretta verso modelli occidentali: soprattutto le donne in città si sono progressivamente sganciate dai ruoli prioritariamente familiari e spesso, oltre a lavorare, sono indipendenti anche sul fronte delle scelte personali, andando a convivere. C’è ancora freschezza in questo senso…una libertà da poco sbocciata su tanti fronti e che sta tracciando progressivamente i suoi percorsi di consapevolezza.D’altro canto, anche qui non mancano le contraddizioni, per cui nei villaggi più isolati rimangono, specie per gli anziani, i tratti di un’impostazione patriarcale: ricordiamo che questa terra ha seguito nelle zone meno frequentate del nord il Kanun, antico codice consuetudinario, che oltre a sottolineare la sacralità dell’ospite e della parola data, definisce regole piuttosto ancestrali per le offese e per l’organizzazione familiare. Tutto ciò incredibilmente ricorda peraltro le nostre abitudini di una cinquantina d’anni fa nelle zone più isolate e quindi stupisce, ma non sconvolge, direi… E poi, c’è il senso dell’Albanesità, cioè l’orgoglio di sentirsi albanesi prima che appartenenti all’Islam, o ad altre religioni, in nome di una voglia di convivenza pacifica che vada oltre le strumentalizzazioni…mi sembra un segno di civiltà importante”.
Programmiamo un viaggio artistico-culturale in Albania: cosa vedere da nord a sud sotto questo aspetto? “Direi a questo punto di leggere la guida che espone anche degli itinerari (sorride) e qui mi viene spontaneo fare solo dei flash: gli spettacolari siti archeologici di Butrint, il bazar con i souvenir di regime e il museo etnografico a Kruja, la città dei mille gradini Argirocastro, la moschea di piombo a Scutari, eppoi i grandi parchi naturali, le foreste e i laghetti dall’acqua verde e freddissima tra le montagne, e le spiagge, ancora silenziose su un mare bellissimo soprattutto al Sud: Saranda, Himara, Porto Palermo… Luoghi da girare con calma (la rete stradale sta progressivamente migliorando e il treno non è il mezzo pubblico più appropriato, meglio il caratteristico furgon) e in cui la recettività, specie al di fuori dei centri più importanti, è ancora da sviluppare e quindi con connotazioni spesso familiari. Una vacanza quindi in un territorio che offre molto, pur essendo non amplissimo, soddisfacente per chi è un poco avventuroso e con l’augurio che un turismo in ascesa possa essere risorsa utile anche a contenere una certa tendenza a pasticci di speculazione edilizia che sicuramente non rappresentano la strada migliore dello sviluppo”.
Hai scritto una guida insolita e nuovissima con quale intento? Cosa vorresti che comprendessimo di questa terra ancora “acerba” per molti di noi? “Nonostante con l’aereo e col traghetto ci siamo ancora più avvicinati, non coltiviamo di questa terra una gran conoscenza. Eppure la nostra è una Storia che si è notevolmente intrecciata. Oltre all’occupazione fascista, penso alle comunità di albanesi che dal Medio Evo si sono sviluppate in Italia per sfuggire al dominio ottomano mantenendo ancora oggi tradizioni antiche e voglia di partecipare alle nostre vicende: penso al contributo di molti arbareshe, come poi si sono definiti, dato alla storia d’Italia, dal Risorgimento alla spedizione dei Mille, e a personalità culturali come Antonio Gramsci, ecc . Poi la cortina del regime comunista, succedutasi al secolare dominio turco, ci ha portato quasi a rimuovere l’Albania dal nostro immaginario per interessarcene all’improvviso e con veemenza per l’ondata di sbarchi sulle nostre coste agli inizi degli anni 90, quando il declino del regime incoraggiò la gente ad espatriare avventurosamente pur di sperimentare l’agognata libertà. Oggi l’Albania sta affrontando, dopo anni di brutale isolamento e controllo totalitario, il confronto con tutto ciò che nel frattempo le si era sviluppato attorno ed è una sfida enorme: le aspirazioni ad un’integrazione europea di stampo occidentale si sviluppano in un intreccio di “nuove norme” e di “senza regole” che ci interrogano sui corsi della storia e del progresso, sulla definizione di Occidente e di Oriente, su ciò che dev’essere protetto e sui modelli di benessere che non sempre risultano soddisfacenti a tutto tondo. Andare in Albania, per noi che siamo così vicini per collocazione geografica e intrecci storici, vuol dire allora recuperare una vicinanza consapevole, capire il silenzio e il clamore che si sono avvicendati su questa terra nella nostra percezione, e riconsegnarle dignità. La dignità di un Paese che assolutamente merita una conoscenza diretta”.

Descrivi l’Albania con 3 aggettivi: “avventurosa, libera, contraddittoriaE ora elencami 3 motivi per decidere di partire per questo Paese: “Vicinanza geografica e storica; mix oriente-occidente; bellezza dei paesaggi e , se posso eccedere, cibo semplice e gustoso. Inoltre per la lingua, no problem: specie in città moltissimi parlano l’italiano!”.

L’Albania resta nella “Top 10” dei Paesi che presto visiterò e dopo questa intervista, il desiderio è ancora più intenso. Ringrazio Rosita per questa sua attenta e suggestiva descrizione e per la sua sempre squisita disponibilità nei miei confronti.

Rosita Ferrato, giornalista professionista e scrittrice, è nata e vive a Torino. Ha due lauree: in Lingue e Letteratura straniera e Lettere Moderne.Ha iniziato a lavorare molto presto, facendo i mestieri più diversi. È stata per diversi anni in Rai: prima all’Orchestra Sinfonica Nazionale e successivamente al Centro di Produzione per i programmi televisivi “Il Pianeta delle Meraviglie”, il telegiornale scientifico “TG Leonardo”, “Ambiente Italia”. E’ stata caporedattrice del periodico italo rumeno Noua Comunitate ed ha collaborato negli anni per diverse testate tra le quali il femminile Grazia a Mondadori e l’agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale. Attualmente, scrive per Babelmed, Eco, Nuova Società, Turin.
Dall’esperienza di viaggio, è nato nel 2011 “Albania: sguardi di una reporter”, presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2011, nello spazio di Lingua Madre. Fonda il Caffè dei Giornalisti, un’associazione culturale che si propone di agevolare la conoscenza e il confronto tra giornalisti di vari paesi e di varie esperienze professionali e la società civile, con l’organizzazione di eventi ed incontri. Nel 2014 pubblica con Polaris Edizioni la guida “Albania. Un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo”.