Kitchen in love: un viaggio insolito…in cucina
Ho compreso, con il tempo, che viaggiare e cucinare si ispirano alla stessa filosofia di vita, quella che non esclude un pizzico di fantasia, di coraggio e di passione. Si viaggia per un’infinità di motivi diversi e ci si prepara all’evento con modalità e aspettative differenti gli uni dagli altri. La “ricetta” per lo svolgimento di un bel viaggio ha ingredienti per lo più sempre simili, che, però, di volta in volta, vengono miscelati in dosi differenti. Così c’è chi viaggia da solo, per la curiosità di scoprire nuove destinazioni, chi lo fa per ritrovare se stesso e la propria essenza, chi non si sposta se non è in compagnia (meglio se buona compagnia!), chi per staccare la spina, chi perché sente nel viaggio la sua vera dimensione, quella dell’esistenza. Come ho già avuto modo di dirti, ho provato, in ogni mio viaggio, un grandissimo trasporto verso tutto ciò che non mi appartiene. Così ogni esperienza vissuta è stata percepita sempre attraverso tutti i sensi e in questo modo gustata nella sua pienezza. Un viaggio è sempre un’emozione di suoni, colori e sapori,sensazioni quasi identiche che in modo inconsueto puoi trovare anche in cucina!
Non sono mai stata attratta dalle ricette preconfezionate, né ho mai visto il cibo come una necessità, ma sempre e solo come un qualcosa di curioso. Questa visione si è notevolmente allargata soltanto viaggiando. Qualche anno fa ho acquistato “Kitchen in love” un libro-non libro di cucina ed è stato amore a prima vista, tanto che non l’ho più lasciato! Ho compreso subito che poteva essere una mappa da seguire per viaggiare non solo nel mondo del gusto , ma anche in quello delle emozioni. Il titolo è in questo caso piuttosto esplicito! Cucinare e viaggiare necessitano di amore, di cura, di passione e di dedizione.
John Steinbeck, famoso scrittore statunitense, asseriva che “le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” e a pensarci bene non aveva poi tutti i torti. Lo stesso capita in cucina. Non siamo noi che conferiamo quel valore aggiunto alla nostra cucina, ma i sapori che sappiamo offrire, riflettono la nostra essenza. Questo libro è affascinante nella sua dimensione.
Intanto non ha la presunzione di essere un elenco di ricette fine a se stesse, inquadrando soltanto l’aspetto gastronomico, ma sottolinea nel contempo, l’interessante valore della convivialità, della scelta dei propri ospiti a tavola, perché per ciascuna personalità, per ciascun evento “di cuore”, sono segnalate proposte diversificate e originali. “Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto” scriveva Anthelme Brillat-Savarin, un famoso gastronomo francese nella sua opera “La fisiologia del gusto” (1825) , un simbolo della letteratura culinaria, in cui emergono considerazioni scientifiche, consigli e aneddoti vari. Ecco, quindi, Valeria Benatti, autrice del libro, presentare 20 menu composti ciascuno da 5 piatti, in un percorso di scoperta dei sapori che tiene conto delle caratteristiche dei commensali e ne suggerisce piccole attenzioni. Già, perché gli ospiti a tavola vanno “amati” fin da subito, attratti in un vortice di emozioni più o meno evidenti che si manifestano lentamente. Amore per se stessi e per il gusto attraverso antipasti sfiziosi, preliminari di un’attesa che ancora dovrà manifestarsi in previsione di “primi libidinosi per saziare il languore” e arricchirsi di piatti forti e sensazioni delicate tra secondi e contorni. Completano questo itinerario emozionale, i dolci, perché “una cena che finisce senza dolci è come un concerto senza bis”. I menù proposti sono accattivanti e davvero sfiziosi! C’è il menu libidinoso “per ospiti che amano viaggiare con la fantasia”, il menu etnico-mediterraneo “per ospiti curiosi e avventurieri”, c’è il menù al sapore di mare “per ospiti sofisticati ed eterei” o il menù vivace “per ospiti che sanno cogliere l’attimo fuggente”.
Tutti i cuori sono rappresentati, perché la cucina è amore, come il viaggio…è parte dell’esistenza di ciascuno. Così puoi ancora trovare il menu vegetariano “per ospiti delicati e romantici” , quello total orange, “per ospiti giocosi e col cuore allegro” o il menu intenso “per ospiti che sanno ancora emozionarsi”. L’attenzione ai dettagli fanno, di questo libro, il suo valore aggiunto. Ti premetto che l’esecuzione di ogni menù è molto semplice ed è quindi consigliata anche a chi non ha grandi doti culinarie, questo, però, non vuol dire che le ricette siano banali, al contrario, sono intriganti e piacevoli da preparare! Per ciascuna, infine, vengono suggerite la colonna sonora da utilizzare in sottofondo, il colore dominante per la preparazione della tavola e dell’arredo circostante, una lettura consigliata e, in caso di necessità, il tema della conversazione. Si sa che a tavola si ha voglia di parlare, talvolta ci si conosce meglio, spesso è il momento più intimo che dedichiamo a noi a chi ci sta vicino. Siamo come i viaggiatori di Baudelaire “cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente…”. Cuori affamati di spazi, che gustano la vita sempre e in ogni modo possibile. Non ti ho volutamente dettagliato le ricette:trovo, infatti, che il sapore della scoperta, in viaggio come in cucina, sia assolutamente unico e da provare!