Algarve: alla scoperta di Silves e Tavira dove il tempo si è fermato
Ho amato tutto di questo ultimo viaggio. Non solo le spiagge spettacolari che ho incontrato e di cui conservo un ricordo nostalgico, ma anche i colori della terra lusitana, aspri e nello stesso tempo invitanti, il silenzio delle stradine che si rincorrono nell’entroterra, la presenza discreta dei suoi abitanti, quei sorrisi regalati senza un motivo, quelle tradizioni che si respirano ancora nei piccoli borghi situati tra l’oceano e il cielo e che vale la pena fermarsi e visitare. Non tutto appare al primo sguardo, l’Algarve è un prezioso regalo da scartare con delicatezza. Se Portimao, Faro ed Albuferira sono le tipiche cittadine ricercate, abituate ad accogliere i turisti con mille e più iniziative da spendere tra il mare e i numerosi locali per ogni gusto e budget, sono, invece, le piccole località, quelle più discrete e meno sotto i riflettori, che mi hanno affascinato maggiormente.
Ho avuto la fortuna di essere a Silves durante il periodo della festa medievale (Feira Medieval) che richiama sempre tantissimi curiosi, proprio come me! Questa “magica capitale della cultura” così come si annunciava sul volantino della manifestazione, che si è tenuta per una settimana (dal 7 al 16 agosto) sul suo territorio, ha risentito più di altre della dominazione araba. Per tantissimo tempo è stata l’antica capitale dell’Algarve, una città importante e ricca fino a che si mantennero salde le relazioni commerciali con il nord Africa, poi lentamente la sua fama si spense in favore della vicina Lagos che acquistò, invece, maggiore importanza. Il castello è il simbolo di questo paese così suggestivo, che ho visto animato di colori, bancarelle e un’atmosfera storica entusiasmante. Costruito in pietra rossa svetta sopra il resto del borgo con le sue quattro torri, un bastione e un perimetro di mura ancora molto ben conservate. Completano la visita, la Cattedrale che venne, invece, eretta sopra la precedente moschea, secondo la volontà di Alfonso X, re di Castiglia che, nel XIII sec possedeva un diritto feudale sul territorio dell’Algarve, l’Arco della Rebola, simbolo della cultura araba e un delizioso belvedere del Monte Joia, immerso nella natura.
Adagiata sul fiume Gilao, Tavira è, invece, una piccola località molto pittoresca che conta oltre una trentina di chiese, simbolo della riconquista cristiana, che la strappò alla dominazione araba. I Romani ne fecero un centro importante per la salatura del pesce, poi venne distrutta dal terribile terremoto del 1755 ed essendo posizionata lontana dal mare (circa 3 km), con la chiusura del canale che ne favoriva l’accesso, venne penalizzata anche per il suo sviluppo commerciale.
Tavira, però, ha conservato lo splendore e il fascino di cittadina lagunare, al punto da essere spesso definita una “piccola Venezia”. Lo skyline costituito dai suoi tetti a pagoda, da antichi balconi scolpiti a filigrana di ferro, da azulejos che impreziosiscono edifici di meravigliosa architettura e offrono paesaggi incredibili che si stagliano tra pietra e acqua, regalano suggestioni tipiche orientali. Per comprendere meglio questa questo panorama “a tesoura” cioè a forbice, tutt’altro che scontato, puoi provare ad avventurarti per una serie di scale in pietra, piuttosto ripide che sono poste nei giardini del vecchio castello moresco, proprio sulle rovine di quest’ultimo. Qui il bianco delle case e delle chiese e l’azzurro del cielo rendono l’idea di quanto sia deliziosa questa cittadina, immersa nel silenzio e nella storia. Non mancano botteghe artigiane o piccoli locali dove fermare il tempo al tramonto, ma anche le spiagge hanno la loro ragione d’essere, spiagge solitarie come l’Ilha de Tavira o minuscoli borghi di pescatori come Cacela Velha che si mostrano in tutta la loro genuinità. Semplice, solitaria, impregnata di tradizione e di spiritualità, la bellezza di Tavira è nei dettagli che saprai cogliere tra vicoli e piazzette, chiese e palazzi che meritano di essere scoperti a poco a poco.