Spagna-Saragozza: ecco la città della fede e di Goya
Sono tornata a Saragozza di recente, dopo esserci stata la prima volta, moltissimi anni fa. La ricordavo esattamente così, distesa sul fiume Ebro con il suo magnifico centro storico, fulcro della città, che si anima intorno ai suoi simboli architettonici più importanti. Saragozza non è sempre inserita nei tour relativi alla Spagna, forse perché il genere di turismo che ospita è poco mondano e modaiolo, più rivolto, invece, alla spiritualità e ai viaggi artistici. Capoluogo dell’Aragona, i suoi monumenti più rappresentativi si trovano tutti attorno alle due cattedrali, meta di pellegrini in ogni periodo dell’anno. Hai letto bene, due cattedrali, così come sono soliti identificarle gli abitanti che attribuiscono ad entrambe un valore e un’importanza pressoché identica. La Seo è la cattedrale per eccellenza, dedicata al Cristo Salvatore, che presenta una facciata in stile neoclassico e un campanile che richiama, invece, l’arte barocca. La Basilica di Nuestra Senora del Pilar, in stile barocco, è quella più scenografica e centrale che si staglia sulla piazza del Pilar, prolungamento della piazzetta della Seo dove, in posizione più defilata, sorge l’altra. La Seo è Patrimonio dell’Unesco, un edificio che se esternamente non rivela molti dettagli significativi, al suo interno si racconta in tutta la sua bellezza: dalla Parroquieta (piccola cappella indipendente) in stile gotico con soffitto a cassettoni che richiama l’arte del mudejar, tipico di questa regione e ospita proprio il sarcofago di don Lope Fernandez de Luna, il sacerdote che si occupò della sua realizzazione, alle altre 18 cappelle stupendamente decorate che si susseguono in questo edificio a pianta quadrata, ricco di sculture e di piccoli tesori d’arte.
Tornando all’esterno dalla Piazza della Seo a quella del Pilar, si incontrano due edifici molto famosi: la Lonja, un tempo borsa delle merci e ora usata come sala per le mostre municipali, tipico esempio di arte rinascimentale aragonese e l’Ayuntamento, inaugurato nel 1965, sempre in stile rinascimentale con annesso un grande cortile. Poi tra rivestimenti policromi, torri e guglie che si protendono nel cielo, ecco svettare la Basilica del Pilar, sicuramente la più conosciuta e fotografata, tanto da dare il nome all’omonima piazza. C’è una storia intorno alla sua origine: la Madonna apparve qui il 2 gennaio dell’anno 40 “per rincuorare l’apostolo Giacomo, perché intorno vi fosse fondanto il primo tempio in suo onore” e indicò il “pilar”, la colonna, che da allora venne venerata come simbolo di fede.
Nell’immensa piazza del Pilar non sfugge allo sguardo la Fuente de l’Hispanidad, una fontana insolita a forma di vela, che appare come dettaglio originale in uno spazio “classicheggiante”: utilissimo refrigerio durante le caldissime giornate estive. Ma l’elemento che mi ha colpito di più è il Monumento Homenaje a Goya, ideato nel 1908 da Federico Manes e costituito dalla statua in bronzo del magnifico artista e da due insoliti personaggi, posti su basi di marmo, accanto alla fontana. Francisco Goya, famosissimo pittore spagnolo, nato in un paesino dell’Aragona, Fuendetodos, il 30 marzo del 1746, studiò pittura proprio a Saragozza, ma il legame con la città non si esaurisce qui. Intorno al 1771 venne reclutato per provvedere alla decorazioni della Basilica del Pilar e a queste si aggiunsero alcuni splendidi dipinti presenti ancora oggi al suo interno. Il suo genio creativo, la sua acutezza e il suo senso pittorico, espresso soprattutto nei suoi numerosissimi ritratti, sono la cornice fondamentale del Museo a lui dedicato proprio a Saragozza: Museo Goya – Colección Ibercaja, il cui pezzo forte è rappresentato dai dipinti dell’epoca “saragozziana“, (1762-1774) in cui un Goya in versione giovanile manifesta già il suo estro pittorico indimenticabile. Saragozza ti accompagna alla scoperta di sé con l’incedere lento del fiume che la incornicia: c’è spazio per la storia, per l’arte vissuta e ammirata e per quel senso di religiosità che la rendono così unica.