In viaggio nelle Langhe tra vini pregiati e scrittori indimenticabili
Sono una delle zone più ricercate e meravigliose del Piemonte. Le Langhe ne rappresentano, infatti, una vasta “regione”, compresa tra le province di Asti e Cuneo e delimitata dai fiumi Belbo, Tanaro e Bormida. Solitamente ci si riferisce ad esse, suddividendo questa zona in 3 aree ben distinte, ciascuna delle quali si presenta con caratteristiche specifiche:
– la Bassa Langa, uno scenario collinare che non supera i 600m d’altezza e tra cui spicca la famosa città di Alba, con i suoi vini e suoi tartufi
– l’Alta Langa fatta di boschi e di rilievi più elevati (circa 800m) che si adagia al confine con la Liguria
– e la Langa Astigiana, a sud di Asti, tra Canelli e il fiume Bormida.
L’origine del significato etimologico del termine “langa” è piuttosto variegata e lascia spazio a diverse interpretazioni, tutte molto interessanti. Secondo alcuni studi “langa” deriva dal latino “linguae”, che bene si adatterebbe alla tipologia del territorio, formato da una serie di “lingue”, di creste collinari, che confluiscono tutte in una effettiva dorsale, percorsa lungo il suo perimetro. Altri, invece, sostengono che siano stati i “langenses”, antico popolo ligure, ad attribuire questo nome al territorio in cui essi risiedevano. Di sicuro sappiamo che questa regione si è formata per orogenesi in età terziaria, attraverso una serie di conglomerati di arenaria, marmo e gesso. E’ un territorio incredibilmente fertile, che alimenta la formazione di paesaggi deliziosi, formati da colline digradanti e da immense distese di vigneti e boschi di assoluta bellezza. Non sono da meno i punti panoramici (i famosi “Belvedere”) che si aprono su una natura di rara suggestione, tra sfumature e dettagli difficili da dimenticare, specialmente con l’avvicendarsi dei colori autunnali.
La Langa del Barolo trova la sua espressione più completa a La Morra, il più caratteristico Belvedere di tutta la regione. Qui il vitigno del nebbiolo è il protagonista assoluto, dal quale si produce uno dei vini più pregiati del mondo: il Barolo. La visita alle varie enoteche presenti, come quelle famose di Grinzane, di Barolo e delle zone limitrofe è una sosta interessantissima, perché qui la vite e tutto ciò che ruota intorno ad essa, è considerata fonte di vita, frutto della fatica, del lavoro, del coraggio di ciascuno. E’ un vero e proprio fatto di costume, dall’intenso significato e dalla tradizione antica. Questa, però, è anche la Langa dei castelli e delle fortezze che nell’ 800 vivevano del fascino romantico della corte del tempo. La Langa del Barbaresco presenta, invece, un territorio meno verdeggiante e più “aspro”. Qui, Il barbaresco, nebbiolo invecchiato, si coltiva nei vigneti che si estendono dalla valle del Tanaro fino ad Alba, mentre le colline sono l’habitat della selvaggina di vario genere e nella terra riposa il celebre tartufo. La Langa della Nocciola, infine, è nella zona di Cortemilia, dove scorre il Bormida. Siamo nel regno della nocciola tonda, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per i suoi diversi utilizzi in campo alimentare e non solo.
La Langa, in Piemonte, è un variegato dispiegarsi di orizzonti, costituito da castelli, cantine e sapori, che dipingono un quadro di storia e di tradizione di immenso valore. Il silenzio qui è spesso incredibile ed è capace di ispirare riflessioni e pensieri. Così non è difficile immaginare il dispiegarsi, proprio tra queste colline, dell’esistenza di alcuni dei più famosi scrittori italiani originari di questa meravigliosa terra.
Dagli anni ’50 in poi il fascino delle Langhe, infatti, si è diffuso anche in senso letterario. La Langa d’Asti, anche nota come la Langa di Cesare Pavese (1908-1950) nato a Santo Stefano Belbo, comprende le zone di Mango, Camo e Trezzo. Oggi si può visitare la sua casa natale e scoprire i luoghi della sua poetica, come la Gaminella da cui pare abbia tratto ispirazione per “La luna e i falò” (1949).
L’ Alta Langa, invece, è la Langa di Beppe Fenoglio (1922-1963). Nato ad Alba fu sempre legato a questa città con grande passione. Le zone di Murazzano, di Bossolasco, la valle del Tanaro e le colline tra San Cassiano e San Bovo di Castino, ci riportano inevitabilmente alle pagine de “Il partigiano Johnny” scritto nel 1968. Egli non manca di regalare al suo pubblico un’immagine intensa degli abitanti di questa zona, che vivevano, un tempo, tra povertà e fatica,così come descrisse sapientemente ne “La Malora” (1954).
Giovanni Arpino, Vittorio Alfieri, Augusto Monti e tanti altri interessanti nomi della nostra cultura alimentano sempre più frequentemente il desiderio di spingersi in questa “regione” per respirare luoghi e memorie mai dimenticate.
Ma l’attenzione per le Langhe va oltre. La delicata atmosfera letteraria, che si può ritrovare dietro scorci paesaggistici di inimitabile bellezza, si confonde con il sapore genuino delle sue specialità enogastronomiche. Per organizzare un soggiorno e godere pienamente delle attività e degli itinerari più interessanti e curiosi, ti consiglio di visitare il sito ufficiale delle Langhe e del Roero, che offre informazioni dettagliate su come, cosa e quando partecipare ad eventi specifici, oltre a suggerimenti ed informazioni particolareggiati per ogni esigenza.
Una gita nelle Langhe ha un sapore squisito. Provalo!