Alla scoperta del Borgo e della Rocca Sanvitale di Fontanellato
Appartengono al circuito dei Castelli dei Ducato alcuni manieri che ho pensato di visitare durante un week-end nelle province tra Parma e Piacenza. Il mio “itinerario dei castelli” è iniziato dall’ affascinante borgo medievale di Fontanellato, il cui nome antico deriva dall’antico toponimo “Fontana Lata”, riferita all’abbondanza di acque che scorrono nel territorio circostante. Ci si arriva comodamente con l’auostrada A1 del Sole, da Bologna, uscendo a Parma Ovest e da Milano uscendo a Fidenza. Provenendo da Parma, invece, si continua lungo la Via Emilia. Ci sono diversi parcheggi a pagamento e anche alcuni attrezzati per i camper, tanto da soddisfare qualunque esigenza. Gli eventi presenti in diversi periodi dell’anno, lo rendono una destinazione molto ricercata e interessante.
La terza domenica di ogni mese va in mostra il famoso Mercatino dell’Antiquariato: circa 250 espositori provenienti da ogni parte di Italia con pezzi pregiati da collezione e rarità d’epoca, vintage e modernariato. La passione per i prodotti della terra e per la buona tavola si riassume, invece, con diverse manifestazioni che culminano nella “Dispensa dei Sanvitale“ una mostra enogastronomica insolita, una vera e propria “credenza” a cielo aperto, dove si possono degustare e acquistare prelibatezze di ogni tipo provenienti non solo dalla zona di Parma, ma un po’ da tutta Italia.
L’attrazione simbolo, però, resta la famosa e scenografica Rocca Sanvitale di Fontanellato. Il castello è stato fondato nel 1124 e dopo alcuni passaggi divenne di proprietà della famiglia Sanvitale nel 1386. Il tutto terminò soltanto nel 1948 quando l’ultimo conte, Giovanni, decise di vendere al Comune di Fontanellato l’intera proprietà, gesto che segnò la fine della dinastia.
Tra i percorsi a disposizione per la visita, ho scelto il percorso arancione, che mi ha permesso di visitare non solo le sale magnifiche e le stanze deliziosamente affrescate, ma anche il giardino pensile, la camera ottica e la meravigliosa Saletta di Diana e Atteone del Parmigianino. La struttura è in ottimo stato di conservazione; gli interni hanno un fascino notevole e presentano mobili, suppellettili e affreschi frutto di cinque secoli di storia. Nella sala da pranzo sono davvero curiosi i piatti a “cappello di prete” e gli affreschi di Felice Boselli. La sala dei turchi presenta un arredamento dallo stile orientale, come era nella moda del tempo, mentre nella sala della musica è singolare la presenza di un antico clavicembalo. La camera nuziale è in stile barocco antico ed è particolarmente suggestivo il soffitto a cassettoni. La galleria degli antenati racconta la storia della famiglia ed è stata fortemente voluta da Ugo Sanvitale, ma il pezzo forte della Rocca è al piano inferiore dove ti aspetta un’emozione incredibile. Qui, oltre alla sala delle donne equilibriste, c’è la stupenda e già citata sala del Parmigianino. Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, nacque nel 1503 e morì molto giovane a 37 anni. Il conte Galeazzo, marito di Paola Gonzaga, nel 1524 lo incaricò di affrescare una saletta della Rocca, che rappresenterà l’elaborazione del lutto per la morte del figlio, avvenuta in tenera età. La piccola sala, di 4 metri per 3, è priva di finestre e sorge in un luogo segreto e riservato del castello. Venne restaurata nel 1999 dai maestri della scuola di Firenze e il mito che vi è raffigurato è quello di Diana e Atteone, tratto da uno dei capolavori di Ovidio “Le Metamorfosi“. Qui, al buio, le figure sono dipinte con uno stile particolarissimo tanto da risultare tridimensionali. Misteriosa e frutto di diverse interpretazioni è l’iscrizione presente al centro del soffitto “Respice finem”(“considera la fine”) che mette in luce alcuni possibili riferimenti alchemici. Sia Galeazzo che Parmigianino pare, infatti, fossero dediti all’alchimia e quindi questa camera potrebbe essere il frutto di un’idea condivisa: “trasformare” l’anima mortale del figlio in anima immortale, così l’ingresso nella stanza avrebbe conservato, in modo concreto e tangibile, il suo ricordo perenne. Tutto questo la rende uno dei capolavori della storia della pittura italiana, frutto di questo grande e giovanissimo artista, che trova qui la sua piena consacrazione!
Il mio tour a Fontanellato è finito, ma ho da raccontarti la storia di altri meravigliosi castelli in una delle zone turistiche più interessanti d’Italia.