Castelli del Ducato: visitiamo Colorno, Torrechiara e Montechiarugolo

Tre sono le dimore antiche che sono riuscita a scoprire oltre la Rocca Sanvitale di Fontanellato di cui ti ho già parlato.
La Reggia di Colorno si raggiunge sempre tramite l’autostrada A1, uscita Parma e direzione Colorno e la visita al suo interno è esclusivamente guidata. Inizialmente, intorno al 1300, il palazzo era una costruzione militare, poi intorno al 1500 divenne una residenza signorile, che ospitava artisti rinascimentali, sotto la contessa Barbara di Sanseverino. Ranuccio Farnese le confiscò questo e altri beni e nel 1612 iniziò vari lavori di ristrutturazione. Quando il Ducato di Parma venne annesso alla corte di Napoleone, la Reggia venne chiamata “Palazzo Imperiale”, ma dopo la caduta dell’Impero la reggia fu assegnata a Maria Luigia d’Austria. Dopo l’Unità d’Italia il palazzo divenne proprietà della Provincia di Parma (1871), che lo trasformò in manicomio per oltre un secolo. Oggi è possibile visitare anche, il Piano Nobile e la Sala grande, molti di questi spazi, però, sono spesso sede di mostre fotografiche e/o rappresentazioni teatrali e mostrano un impatto diverso rispetto agli altri castelli visitati. Interessante resta la visita alla Cappella Ducale di San Liborio e al Giardino Storico. Devi sapere, inoltre, che proprio qui hanno sede 2 famosi e importanti centri di formazione, come la Scuola di Cucina Italiana ALMA, promossa da Gualtiero Marchesi, che prepara centinaia di giovani talenti provenienti da ogni parte del mondo e la famosa Università delle Scienze Gastronomiche , “voluta da Carlo Petrini per formare nella filosofia di Slow Food esperti nel campo dell’alimentazione e del gusto”.  Montechiarugolo è  stata, invece, la scoperta più incredibile di questo itinerario. E’ un antico borgo medievale, che si trova molto vicino a Monticelli Terme. E’ conosciuto soprattutto per il castello, la Rocca, ma sono altrettanto interessanti la chiesa di San Quintino e il Palazzo Civico. Nel 1406 Guido Torelli venne investito del feudo di Montechiarugolo e incaricò un architetto militare di ampliare quanto costruito nel 1313 dai Visconti. Il biscione, visconteo, è ancora presente in diversi affreschi ed è uno dei motivi simbolo di questa struttura. La sosta presso questo castello è stata qualcosa di meraviglioso e che ricordo sempre con piacere. Intanto la visita guidata, a pagamento, merita tutta l’attenzione possibile, perché attraverso le stupende sale affrescate e adeguatamente mantenute nello stile del tempo, potrai scoprire i segreti e la storia di chi visse qui un tempo, immaginando atmosfere passate e vivendo sensazioni incredibili.

montechiarugolo

Il loggiato esterno, invece, rapirà il tuo sguardo e ti lascerà di fronte ad un paesaggio suggestivo che si apre sulla valle sottostante, deliziosa e indimenticabile. Qui potrai trovare, però, anche un lato “noir”, forse un pò inquietante con il racconto dell’ antica leggenda sulla Fata Bema, che qui risiede e che in qualche modo è possibile ancora fotografare! Il tour tra i castelli si è concluso con con il caratteristico e molto accogliente borgo di Torrechiara, curioso con la sua particolarissima  conformazione “a fuso”, immerso tra campi, coltivazioni vitivinicole (il bianco frizzante “Malvasia”), alberi e natura a 360°gradi. Il suo scenografico castello sorge nel comune di Langhirano (PR). Si raggiunge facilmente da Parma tramite la SS Massese per una ventina circa di chilometri e ad un certo punto lo trovì lì davanti, arroccato su un’altura di circa 80 metri, che domina la valle e il paese sottostante. Il maniero è stato ricostruito tra 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi, conte di San Secondo. Il sistema difensivo è stato studiato nei dettagli ed è costituito dalle 4 torri angolari con relative cortine munite di “apparato a sporgere”, mentre il camminamento al piano delle merlature è sostenuto da numerosi archetti. Per quanto riguarda la visita non esistono percorsi guidati, il tutto si può effettuare liberamente, dopo l’acquisto del biglietto e ciò lo ha reso ai miei occhi particolarmente affascinante. Poter girare da sola nel silenzio di queste sale, camminare all’esterno e godere di un panorama incredibile, che regala a questo luogo un fascino delizioso e quel profumo di romanticismo e di antico che certo non guastano, sono stati i dettagli che ho apprezzato maggiormente. Tra le piccole bellezze di questo castello, merita la visita al primo piano della Camera d’Oro, un’ampia sala denominata così per le formelle in cotto, un tempo dorate che rivestono le pareti. Meravigliosi sono gli affreschi sul soffitto che rappresentano i possedimenti del feudo rossiano a quel tempo (1463).
Tre castelli, tre idee nuove per un tour, un viaggio o semplicemente una gita in una delle regioni più interessanti d’Italia.