Il fascino antico di Venezia tra spezie, pozioni e profumi

Venezia: la città magica dove la gente viene a cercare quelle cose che non trova in alcun posto.” Non è soltanto una battuta cinematografica, ma quella realtà che impari a respirare presto se vivi la città con la consapevolezza della storia che l’ha attraversata. La tradizione la vuole Repubblica marinara per eccellenza, città di commerci e di scambi, di culture che si intrecciano, di splendore e di fortune, di arte e di chiese, di alchimia  e misteri. Così, l’alternativa per penetrare nelle radici delle sue origini, è quella di sfogliarne il passato e riviverlo nel presente attraverso itinerari ben lontani da quelli turistici che tutti conosciamo. C’è una leggenda che racconta di un medico vissuto intorno al II sec a.C, un tale Nicandro, originario della Ionia, che divulgava i benefici della Theriaca (dal greco antico Therion che significa vipera, serpente e di qui, veleno). La ricetta venne in seguito perfezionata da altri medici e dai 46 iniziali ingredienti, si aggiunsero altri 25 elementi, tanto da ricevere il successo meritato, solo più avanti, con Claudio Galeno. Curava praticamente tutte le malattie, era una sorta di pozione miracolosa le cui componenti più specifiche erano “polvere di vipera e oppio”. Verso l’VIII sec. Venezia divenne il centro più famoso e importante per la preparazione di questo insolito medicinale. La sua fama si diffuse ovunque e si moltiplicarono i prodotti farmaceutici, derivati soprattutto dalle spezie importate dall’Oriente, da questo monopolio esclusivo che la Serenissima sapeva di vantare e che sfruttava a suo vantaggio anche in questo modo. Oggi a Santa Fosca l’antica Spezieria all’Ercole d’ Oro è ancora lì con il suo arredamento in stile originale, i vasi in vetro per le preparazioni, i decori e le sculture in legno, quell’atmosfera in stile barocco così accogliente.

Il suo laboratorio e la “Sala dei veleni” che nascondeva polveri, erbe, spezie e droghe provenienti da luoghi lontani e ancora misteriosi, sono la curiosità più palpabile di questo angolo di storia, che qui si materializza. Ma la città dei Dogi, discreta e coinvolgente, si svela attraverso un’idea innovativa, deliziosamente magica, al punto da attirare a sé curiosità e consensi. Dal sapore delle spezie e delle erbe più insolite, alla diffusione dell’arte del profumo, il passo è davvero breve. La storia ci racconta che fu Teodora Dukas, moglie del doge Domenico Selvo, donna dai gusti raffinati, a desiderare che muschi, ambra, spezie e legni profumati arrivassero in città per essere lavorati e trasformati in essenze speciali. Così l’allestimento dell’esposizione presente a Palazzo Mocenigo, all’interno dell’originalissimo Museo del Profumo, rappresenta non solo un valore aggiunto per la città, ma il primo in Italia nel suo genere. Cinque sezioni interamente dedicate all’evoluzione del profumo, come l’area storica che ne traccia le origini, il passaggio tra mondo orientale e mondo occidentale, ripercorrendo le esportazioni navali dei mercanti attraverso rotte e viaggi suggestivi. Seguono le sezioni più “emozionali” dei museo, quelle che riguardano la parte olfattiva e propria del profumo, una scoperta coinvolgente che interessa le diverse fragranze, l’intensità delle profumazioni, le tecniche di estrazione di questa interessante arte cosmetica. Strumenti e installazioni multimediali e un laboratorio con la possibilità di approfondimenti e ricerche, avvicinano maggiormente un pubblico sempre più attratto da questo percorso sensoriale affascinante e imperdibile.

E’ proprio vero. Venezia è una musica delicata, una nota di profumo che sorprende, un regalo senza tempo.