I festeggiamenti per l’Università di Salamanca e l’anima di Miguel de Unamuno
Miguel de Unamuno è stato uno dei filosofi e letterati, più importanti e significativi del Novecento spagnolo, quello che ha fuso con delicata sapienza, nelle sue idee immortali, la poetica e la religione, binomio di indubbio spessore esistenziale. La cultura spagnola trovò in lui un valore aggiunto, la conferma di una personalità retta, autentica, vivace, riflessiva e mai doma. Nato a Bilbao il 29 settembre del 1864 rimase presto orfano di padre e sotto la guida della madre, iniziò la sua proficua carriera didattica. Studiò lettere e filosofia a Madrid e tra il 1890 e il 1891 vinse una cattedra di greco all’Università di Salamanca, dove si stabilì con colei che divenne presto sua moglie, Concepcion Lizarraga. Il 1897 fu un anno di profonde riflessioni esistenziali e cambiamenti: prese posizione in ambito politico e soprattutto cercò una necessaria pace interiore, in un momento in cui il tormento personale, unito al rigore morale e religioso, non riusciva a dargli una degna tranquillità emotiva. Nel 1900 diventò rettore della stessa Università di Salamanca, con l’incarico della cattedra di Filologia comparata di latino e castigliano, da egli stesso voluta e che presto si trasformò in “Storia della lingua spagnola”. Per evidenti contrasti politici, contro il governo del tempo, gli venne revocato questo prestigioso incarico nel 1914.Unamuno visse, infatti, le inquietudini di una Spagna uscita esausta da una guerra che l’aveva lacerata e che ora, attraverso uno dei tanti movimenti nuovi, come quello dei “Reformadores”, di cui fece parte, cercava di ritrovare la propria identità. In questa ottica egli si sofferma sull’immagine di un “mito rivoluzionario” come quello di Don Chisciotte. Da bambino. Unamuno era solito giocare in casa, trasferendo i suoi sogni agli origami di carta dalle sembianze di volatili, che rappresentavano tutto il suo mondo: “Molti sono cresciuti in campagna e conoscono a memoria il canto degli uccelli, io sono nato in una città commerciale sentendo la voce degli uomini e quasi mai quella della natura”.
Il suo mondo reale castigliano era quello che lui conobbe meglio solo in seguito e imparò in qualche modo ad amare e vivere: un mondo duro, aspro, selvaggio e lontano dalla sua indole silenziosa ma non spenta. Il suo sentimento tragico della vita coniugò l’agonia del singolo uomo con quello del destino universale di tutta l’umanità, cercando risposte in ogni luogo e soprattutto anelando al desiderio di immortalità come il suo personalissimo eroe chisciottesco. Don Chisciotte divenne un mito trascinatore dei sogni impossibili, di un popolo in cerca di riscatto: la ricerca di un ideale romantico nel morire per i propri sogni. Il 12 ottobre 1936, pochissimi mesi prima di spegnersi, partecipò alle celebrazioni del “Dia de la Fiesta de la raza” proprio all’interno dell’università. Indimenticabile fu il suo discorso che palesò a tutti le sue ideologie e i suoi tormenti: “Mi conoscete bene e sapete che non sono capace di rimanere in silenzio. Perché a volte, rimanere in silenzio significa mentire. Perché il silenzio potrebbe essere interpretato come consenso”. L’ Università di Salamanca, città capoluogo di Castiglia e Leon, è incastonata in un contesto paesaggistico, assai diverso della caotica e cupa cittadina di Bilbao. Essa divenne la sua vera casa. Fondata nel 1218 da Alfonso IX , nel 1255 ottenne la bolla papale con il riconoscimento internazionale dei titoli in essa prodotti. La Chiesa si occupò del suo iniziale finanziamento e subito si consolidò come polo giuridico, a cui seguirono altri corsi di studio di musica, logica, medicina, grammatica e successivamente teologia. Nel 1411 si progettò un ampliamento con la costruzione delle Escuelas Mayores e ben presto ogni aula ebbe il nome di uno studente o di un professore, che meglio si era distinto nelle diverse discipline proposte. Il ‘500 vede la nascita di una meravigliosa biblioteca situata al primo piano, che raccoglie preziosi volumi a tema morale, politico o religioso, mentre altri volumi sono riposti nella sala dei Manoscritti. La facciata dell’Università è un vero e proprio capolavoro di architettura plateresca, un mix di stili rinascimentali e gotici. con decorazioni e rilievi di straordinaria bellezza. Non manca una nota di mistero,determinata dagli “Enigmas”: sette fregi esoterici, che sono stati e sono ancora studiati nelle loro più profonde interpretazioni. La cultura dell’Europa moderna nacque anche qui, insieme alle più celebri università come quelle di Parigi e di Bologna. Salamanca, la culla del pensiero occidentale più antica di Spagna, dove studiarono tra l’altro Miguel de Cervantes, Calderon della Barca e Fray Luis de Leon, trovò soprattutto in Unamuno uno dei suoi testimoni più celebri ed indimenticabili.