Venezia, il Tintoretto e la Scuola Grande di San Rocco

Dalla Stazione di S.Lucia, oltrepassando il ponte della Costituzione, meglio conosciuto come ponte di Calatrava, dal nome dell’architetto che lo ha progettato, sono arrivata nella zona di San Polo in una manciata di minuti, ma se sei più comodo puoi salire sul vaporetto e scendere alla stazione di San Tomà. Questo sestiere, che prende il nome da Campo San Polo e dalla omonima Chiesa, è il più grande dopo Piazza San Marco e presenta edifici classici e antiche istituzioni religiose di enorme visibilità.
Dopo essermi fermata alla Chiesa di San Rocco, la mia attenzione è stata rapita dalla vicina Scuola Grande di San Rocco. Francamente non sapevo bene di cosa si trattasse, perché ancora non l’avevo scelta come possibile itinerario, per cui sono entrata molto incuriosita. Subito ti trovi catapultato in una dimensione di sublime contemplazione: gli occhi percepiscono forme e colori incredibilmente intensi e si preparano alla sorprendente meraviglia che di lì a poco sarà il filo conduttore di tutta la visita. Ma andiamo con ordine. La Scuola di San Rocco è una delle più antiche e meglio conservate nell’architettura e nello stile decorativo di tutta Venezia. Fa parte di una confraternita dedicata a San Rocco nata con la finalità di prestare aiuto ai malati, soprattutto durante la diffusione della peste. Venne legalmente riconosciuta nel 1478 e la sua prima sede, ancora oggi esistente, sorse verso la fine del Quattrocento vicino alla basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari e accanto alla Chiesa di San Rocco, costruita tra il 1489 e il 1508 su progetto di Bartolomeo Bon e la cui facciata venne poi rinnovata tra il 1765 e il 1771 da Bernardino Maccaruzzi. Le grandi possibilità economiche della Confraternita fecero sì che si potesse procedere alla costruzione di un elegante e prestigioso edificio. All’inizio del Cinquecento, sempre Bartolomeo Bon diresse i lavori di questa interessante costruzione che venne ultimata intorno al 1560. Solo successivamente venne affidato all’estro e alla grandiosità di Jacopo Robusti detto il Tintoretto la cura e la decorazione degli interni, incentrata nel sacrificio e nella resurrezione di Cristo e organizzata in 3 fasi di lavoro intenso (tra il 1564 e il 1587) che videro la nascita di tele superlative adornare le pareti della sala superiore, dei soffitti e il capolavoro della pala d’altare con  “L’Apparizione di San Rocco” ultimata nel 1588, sei anni prima della morte dell’artista. In seguito la Scuola visse un momento di crisi dopo la caduta della Repubblica e fu riaperta nel 1808 con la sua autonomia e gli ordinamenti che ancora oggi la caratterizzano. “Intatti sono rimasti i grandiosi cicli pittorici nei quali Jacopo Tintoretto profuse tante energie con religioso fervore e pressoché in orgogliosa solitudine lungo quasi 25 anni dell’ultima parte del suo arco creativo. L’interazione tra le memorabili invenzioni tintorettesche e la Scuola dedicata a San Rocco è tale che non si può ricordare questa senza accomunarla alla forza poetica delle altre”.

tintoretto venezia

La Sala Terrena presenta capolavori del Tintoretto e di suo figlio Domenico. Uno dei due rami dello scalone che porta al piano superiore, opera di Antonio Abbondi detto lo Scarpagnino, è incorniciato da una serie di dipinti che sono una gioia per i sensi e l’entrata nell’immensa sala superiore, che ritengo il luogo di maggiore atmosfera, è l’apice di tanta bellezza. Il significato della vicina Sala dell’Albergo è dato dal fatto che qui i confratelli si riunivano per discutere e prendere decisioni importanti. “San Rocco in Gloria”e la “Crocifissione” sono gli straordinari capolavori del Tintoretto che qui puoi ammirare. Il 16 maggio 1574 la Scuola decise, invece, di provvedere alla decorazione pittorica del soffitto e delle pareti della grandiosa Sala Superiore. Ciò che colpisce appena si entra è l’assoluto silenzio e la profonda spiritualità che qui vi regna. Ci sono, a disposizione di tutti, degli specchi rettangolari per posizionarsi proprio sotto i dipinti e riuscire così a scorgerne dettagli che ad occhio nudo sarebbe impossibile vedere. Il 2 luglio 1575 Tintoretto preparò il suo dipinto più grande “L’erezione del serpente di bronzo” in occasione della futura festa di San Rocco, il 16 agosto 1576. Poi si offrì di proseguire la sua opera con 10 teleri, da ultimare 3 per anno per il giorno di San Rocco, accollandosi le spese dei colori ma ricevendo fino alla sua morte una provvigione annuale di “100 ducati ove si fosse ammalato dopo la fine dei lavori nella Sala Superiore”. I progetti, sottoposti alla commissione generale della Scuola, vennero approvati in quanto rispondenti all’iconografia richiesta. In pratica i dipinti hanno un significato profondo e abbracciano un percorso catechistico di ampio respiro tanto che si alternano episodi dell’Antico e del Nuovo testamento (tra quelli alle pareti e al soffitto) che rappresentano gli scopi assistenziali della Confraternita. Tra le opere più significative: l’Adorazione dei pastori, il Battesimo di Cristo, la Resurrezione di Lazzaro, l’Ultima Cena. Sedersi e ammirare tutta questa bellezza regala una pace senza tempo! Infine, l’ultima rampa di scale porta alla conoscenza del grandissimo patrimonio artistico della Scuola di San Rocco. All’interno di preziosissimi armadi settecenteschi in legno sono custoditi preziosissimi oggetti dell’oreficeria veneziana che riguardano pezzi sacri dal valore inestimabile. Crocifissi, ostensori, reliquari e calici, oltre ad altre suppellettili d’oro e d’argento sono raccolti in questa “Sala del Tesoro” in una collezione permanente, aperta al pubblico. Ma la bellezza nascosta di Venezia non finisce certamente qui! Alchimia e magia intorno le regalano un’atmosfera ancora più affascinante, ma di questo ti parlerò più avanti.