Torino: ecco la Mole Antonelliana

Oggi 24 giugno si festeggia San Giovanni Battista, patrono di Torino. Tra i simboli senza tempo della mia meravigliosa città, quello più fotografato e rappresentativo è senza dubbio l’imponente edificio della Mole Antonelliana. La sua monumentale struttura viene riprodotta da anni nei gadget e nei souvenir che ricordano al turista quanto speciale possa essere. Così puoi “assaggiarla” nelle deliziose scatole di Stratta che la raffigurano, oltre a contenere dolcissime praline o famosi gianduiotti, o degustare i liquori più tipici della città (come il Bicerin) in bottiglie che ne raffigurano i suoi contorni. Al Museo del Cinema non manca la Mole protagonista di tazze, fermacarte, libri, calendari, a cui si aggiungono preziosi gioielli in oro che si affacciano dalle vetrine di molti negozi del centro e non solo. Insomma, la Mole è la rappresentazione più evidente e incancellabile della nostra città, quel tesoro unico e ricercato che rende Torino un po’ più magica.
Informazioni pratiche
Nonostante il suo profilo svetti con orgoglio e sia visibile da numerosi angoli della città, la Mole è in pieno centro, in via Montebello 20. Si raggiunge facilmente con i mezzi pubblici sia dalla stazione di Porta Nuova (tram 15 o bus 68 con fermata in Via Rossini), sia da quella di Porta Susa (tram 13, bus 55 o 56 fermata in via Po) oppure a piedi con una bella e piacevole passeggiata per le vie principali di Torino.  All’interno è presente la sede di uno dei musei più visitati della città, il Museo Nazionale del Cinema. Sono previste, quindi, diversi tipi di visite che riguardano solo il museo, solo la salita alla Mole con ascensore panoramico, (la formula più richiesta resta quella “museo+ascensore”) e infine la salita alla Cupola.

Torino MoleLa storia e il genio di Antonelli
Il progetto dell’architetto Alessandro Antonelli per la sua costruzione,  che con i suoi 167, 5 metri è ufficialmente il più alto della città, venne approvato il 7 aprile 1863 dal Consiglio degli Edili di Torino. Forse non tutti sanno che tale progetto così come presentato all’epoca, prevedeva la realizzazione della nuova sinagoga cittadina, all’interno del perimetro di un intero isolato nel “borgo del Cannon d’Oro”. Sinagoga che qui non vide mai la luce, in quanto al suo posto si manifestò tutta la creatività eccentrica di un artista come l’Antonelli, che diede vita ad un monumento grandioso con una cupola e una guglia che si avvicinavano al cielo, un edificio che per le dimensioni che stava prendendo non poteva che essere definito “mole”, dando origine così alla storia della Mole Antonelliana. Alessandro Antonelli, infatti, è ricordato per essere stato un artista insolito, curioso, affascinato, quasi ossessionato dalla verticalità delle opere da lui create. Pare avesse il sogno di battere ogni primato di altezza, superando l’immaginabile e dando vita a monumenti di pietra dalle irraggiungibili dimensioni. Ha sfidato se stesso anche nel compimento di questo lavoro, cambiando quanto gli era stato commissionato dalla comunità ebraica (un tempio di 47 metri d’altezza con cupola) e costruendo nei 9 anni successivi una struttura che già misurava 113,57 metri. Davanti a tale edificio, gli stessi committenti si tirarono indietro e rifiutarono qualunque altro investimento di denaro per proseguire un’opera da loro non richiesta. Il lavoro, quindi, si fermò per un certo periodo di tempo fino a che l’architetto, convinto il Comune a farsi carico di quella “mole” di costruzione sempre più alta, gestì il resto dell’opera. Ormai quasi novantenne, Antonelli si rese conto dell’impossibilità di terminare da solo il lavoro e, nonostante, fosse stato sistemato in una cesta e issato con un sistema di carrucole, continuò ad osservare da vicino l’opera che verrà completata sotto la guida del figlio Costanzo. Sopra la cupola a 85 metri, venne appoggiata una lanterna a due piani, il “tempietto”, poi una guglia e in ultimo la statua di un genio alato che fisserà l’altezza dell’edificio a 167,5, per quell’epoca il più alto del mondo! Antonelli, però, non vide la realizzazione compiuta di questo suo sogno perché proprio la statua venne issata il 10 aprile 1889, 6 mesi dopo la sua morte. L’11 agosto 1904 l’angelo (genio alato) cadde in seguito a un violento nubrifragio e venne sostituito da una stella in metallo a 5 punte. Il 23 maggio 1953 una furiosa tromba d’aria spezza la guglia della Mole che viene sostituita da un’altra stella sempre in metallo ma con 12 punte, tridimensionale e decisamente più rinforzata.  Oggi la Mole rappresenta Torino. Gli stessi torinesi l’hanno scelta come emblema della città e qualcuno ha iniziato a considerarla anche come elemento magico, catalizzatore di influssi esoterici. Resta il fatto che la Mole resta il soggetto più fotografato e ricercato: 500 colonne, 300 finestre, un’altezza unica e invidiabile. E’ la nostra versione in mattoni della Tour Eiffel, un monumento moderno che dolcemente si armonizza in un contesto cittadino dichiaratamente barocco. Come ti ho anticipato è possibile visitare l’annesso Museo Nazionale del Cinema ospitato al suo interno, utilizzare gli ascensori panoramici per raggiungere il tempietto a 85 metri in 59 secondi, o vivere l’esperienza della salita alla Cupola, immaginando, gradino dopo gradino, il pensiero dell’ Antonelli durante la costruzione dell’edificio, in un percorso verticale di scenografica bellezza.
Curiosità
A quanto già detto, si aggiungano un paio di riferimenti interessanti:
– una “piccola superstizione universitaria: tra gli studenti del Politecnico si dice che salire sulla Mole Antonelliana prima di completare gli studi determinerebbe un rallentamento, se non addirittura l’impossibilità di laurearsi”. Gli studenti sono avvisati!
– Per chi volesse saperne di più, nel 2013, Giuseppe Culicchia, romanziere e saggista siciliano ha pubblicato il libro “Ba-da-bum!(ma la Mole no). La canzone della Mole cantata dal suo architetto” un omaggio all’originalissima figura di Alessandro Antonelli, una guida interessante alla scoperta di questa sua particolarissima creazione.

“Sono passato vicino alla Mole Antonelliana,l’edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l’alto – non ricorda nient’altro se non Zarathustra. L’ho battezzato Ecce Homo e l’ho circondato nel mio spirito con un immenso spazio libero”.(Friedrich Wilhelm Nietzsche).