Cina, India, Messico e Brasile: un poker di ricette in giro per il mondo
Tutto ciò che è tradizione,cultura etnica e curiosità suscita e attiva in me un particolarissimo interesse. Per questo, leggendo qualche tempo fa, un articolo puramente “gastronomico” mi sono soffermata su alcuni dettagli, legati alla storia di un Paese e quindi di un popolo, che lo rendono unico e inimitabile. Un viaggio nei sapori e nei gusti di terre lontane rappresenta sempre, infatti, una piacevole e coinvolgente scoperta. La cucina cinese in realtà ne racchiude in sé ben alcune tipologie diverse. C’è quella più raffinata di Pechino, che ben poco assomiglia a quella della nord, dove i piatti proposti sono più tenaci e prorompenti, perché più vicini all’aspra terra di Mongolia. Nella parte ovest del Paese (provincia di Sichuan) il cibo profuma di spezie anche piuttosto piccanti, mentre ad est, la città di Shangai è il regno dell’agrodolce. Resta Canton il luogo più caratteristico e conosciuto da tutti nel mondo, con una cucina varia sotto tutti i profili. Il piatto più tipico? Sicuramente i Jau gok, ravioli formati da una pasta di riso glutinoso, ripieni di carne, pesce o verdure e fritti nell’immancabile wok, offerti durante il loro famoso Capodanno. Il Palak Paneer, originario della regione indiana del Punjab (nord-ovest), è spesso conosciuto anche come Saag Paneer, perché nella ricetta sono previsti gli spinaci oltre che formaggio, cipolle, peperoncino e pomodori sminuzzati. Non manca un condimento a base di spezie come cumino, curry e curcuma. Per le sue caratteristiche è un piatto sicuramente apprezzato da tutti, che contiene una discreta quantità di ferro e di proteine vegetali. Può essere consumato da solo o in abbinamento con carni di vario tipo (agnello e pollo su tutte) solitamente cotte nel famoso forno tandoori. La cucina messicana offre una varietà di influenze e caratteri che rispecchiano le molteplici contaminazioni e le vicende storiche, che hanno visto protagonista questo Paese cosi interessante. E’ una cucina povera, in quanto semplice di ingredienti, ma sapientemente proposti e abbinati a spezie e gusti di vario genere. Dal mais ai all’avocado, dai fagioli alle patate dolci, dalla vaniglia al peperoncino, dall’ananas alla zucca. Il guacamole è sicuramente la salsa a base di avocado, cipolla e lime, più nota al mondo, ma anche le tortillas di accompagnamento, così come i nachos non sono da meno.
Proprio dal mais nasce la “zuppa atzeca”, che pare trovi la sua origine a Tlaxcala (terra del mais). Le tortillas si preparano a striscioline sottili e si aggiungono al resto della minestra, con cipolla, pomodoro e avocado. Tra le spezie previste, non deve mancare un particolarissimo tipo di peperoncino, il chipotle en adobo, valore aggiunto di questo piatto, economico e delizioso. Anche la tradizione gastronomica brasiliana risente di un’evoluzione culinaria, vicina alle diverse influenze culturali extra-territoriali, che nel tempo sono state assorbite dal tessuto locale, dando vita a piatti insoliti e speciali, ben presto conosciuti anche oltre Oceano. Patate,manioca, carne di maiale e pesce, soprattutto baccalà, derivato dai trascorsi storici portoghesi, sono gli ingredienti di base di una cucina molto diversificata a seconda delle regioni e delle zone climatiche del Paese. Frutta esotica di ogni tipo e legumi, in particolare fagioli, completano una presentazione gastronomica di ampio spessore. Dalla feijoada al caranguejo, fino al platano fritto, è tutto un susseguirsi di colori e sapori intensi che rallegrano la tavola e il palato. Per quanto riguarda i dolce, il quindim è caratteristico del nord-est del Brasile. Assomiglia molto al nostro “flan”, a base di uova, latte condensato e farina di cocco e poi cotto al forno. Un dolce semplice, gustoso, leggero e facile da preparare. E allora perché non provarci!? “Non c’è posto al mondo che io ami più della mia cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tanti strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.Un luogo che condivido volentieri con gli amici a me cari….” (Banana Yoshimoto)