Desert therapy: perdersi e ritrovarsi tra sabbia e dune nel mondo
“Dovremmo rivalutare il silenzio del deserto per non essere travolti dal ritmo incalzante della vita di oggi. Invece inseguiamo affannosamente gli avvenimenti, quasi avessimo paura di essere lasciati indietro da un mondo che corre troppo in fretta” così scriveva Romano Battaglia in “Sabbia” una delle sue opere pubblicate nel 2007. Il deserto in tutte le sue declinazioni è entrato a far parte di una vera e propria terapia (Desert therapy) per combattere questo modernismo, che tra competizione e stress, spesso toglie il fiato. “Il deserto è un viaggio dell’anima. Che tutti possono affrontare, soprattutto se si desidera ritrovare se stessi”, scrive Carla Perrotti, la prima donna a percorrere in solitaria il Sahara con i Tuareg. La “Signora dei Deserti”, così come è conosciuta, indica con molta semplicità i rimedi per alleggerire il quotidiano, cercando se stessi, la propria identità, in un ambiente privo di rumori, a contatto con dune di sabbia, magari a dorso di un cammello. Non ci sono percorsi obbligati, ciascuno si organizza da sé, sceglie il Paese e l’itinerario più consono alla propria resistenza, al proprio interesse.
Sono tanti i luoghi dove è possibile immergersi in questa nuovissima e terapeutica dimensione e il tour del Sahara, tra Egitto, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco, rappresenta forse il percorso più facile e accessibile a tutti, almeno come inizio. I colori del deserto egiziano ci sono tutti “bianco come le vaste placche gessose e i surreali pinnacoli calcarei erosi dal vento nelle forme più bizzarre, giallo come i banchi di sabbia che affiorano per chilometri, nero come le rocce vulcaniche a perdita d’occhio, viola come i minerali ossidati dal tempo”. Il deserto Occidentale è il padre dei deserti, secondo l’esploratore Ralph Bagnol, tra le forme di sabbia spettacolari di Ghurd Abu Muharrik, la più lunga catena di dune del pianeta e la città fortificata di Dimeh es-Siba, puoi vivere un’esperienza grandiosa tra paesaggi incontaminati e assoluta pace. In Tunisia è l’oasi di Tozeur, costituita da mille ettari di palme bagnate da centinaia di sorgenti, che conquista e affascina. Nelle vicinanze puoi trovare il famoso deserto del Grande Erg e a sud una pianura asciutta con un immenso deserto salato, lo Chott el-Jerid, “una tavola incrostata di cristalli di sale lunga 250 chilometri e larga 20” la cui luminosità si diffonde ovunque..uno dei ricordi meravigliosi che conservo gelosamente nella memoria. E poi ancora la Libia, con il suo deserto sassoso o il Marocco con i suoi tour incredibili e l’incantevole Giordania ,un vero e proprio museo a cielo aperto che ti offre, tra le sue meraviglie, il Wadi Rum, il deserto rosa patrimonio dell’Unesco dal 2011, uno dei luoghi più affascinanti del mondo, che regala suggestioni policrome e un silenzio immenso specie di notte. Per chi non ama andare molto lontano si trova nella Corsica settentrionale il deserto delle Agriate, un luogo contemplativo, spesso percorso da appassionati di trekking. Se preferisci qualche meta più distante, ecco in Bolivia il gigantesco deserto di sale, Salar de Uyuni situato a 3600 mt di altezza e con una superficie di oltre 12mila chilometri quadrati, mentre in Brasile c’è il “Sahara brasiliano”, il Parco di Lencois Maranhenses, 1.550 kmq di superficie, con dune di sabbia bianca e oasi di acqua cristallina. Dall’altra parte del mondo i paesaggi più incredibili appartengono al Kalahari, il meraviglioso deserto di sabbia rossa in Botswana, al Simpson Desert (Australia) e al deserto di Taklamakan (Cina). La desert therapy può essere un aiuto concreto perchè “tra le dune la solitudine è così profonda che si è costretti a fare i conti con se stessi. Più che un viaggio è un itinerario dell’anima da cui si esce rigenerati“.