Dimmi in che Paese viaggi e ti dirò che legge trovi

E’ stata decisamente interessante la lettura di un recente articolo sulle tendenze sociali in diversi Paesi del mondo, sull’obbligo di sottostare a certe leggi, talvolta incredibili, oppure a permessi ritenuti davvero insoliti. Può sembrare una cosa banale e ovvia, ma non lo è. Se partiamo dal punto di vista delle scienze umane, non è raro imbattersi nel concetto di socializzazione, comune a qualunque substrato di popolazione: “Per socializzazione si intende il complesso processo attraverso il quale l’individuo diventa un essere sociale, integrandosi in un gruppo sociale o in una comunità. Tale concetto sottolinea come lo sviluppo della personalità non sia determinato univocamente né da fattori genetici né da fattori ambientali, bensì dall’interscambio dinamico e contingente tra individuo e ambiente”. Risulta, perciò, determinante comprendere che tipo di ambiente ci stia ospitando per adattarsi in modo corretto e completo alle regole sociali che lo caratterizzano e che ci interessano già da bambini. La scuola elementare inizia a 5 anni in Irlanda, Malta e nel Myanmar, mentre in Mongolia si va a scuola, per la prima volta, solo 3 anni più tardi. La cosa che lascia perplessi è che 5 anni è, invece, l’eta consentita in Gran Bretagna per iniziare a bere alcol: “l’unico limite alla dissolutezza precoce è che i bambini brindino esclusivamente in casa e sotto la supervisione di un adulto”. 18 anni, infatti, è l’età per bere pubblicamente un drink in pubblico nel Regno Unito, 21 anni, l’età richiesta in India e Kazakistan. A 6 anni in North Carolina si può acquisire la “Criminal Responsability”, cioè la punibilità per aver commesso azioni penali, in Svizzera se ne parla a 10 anni, a 12 in Irlanda e Canada e a 14 in Italia.

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Sempre in Italia si diventa “adulti” a 18 anni, in Giappone se ne riparla a 20, mentre negli USA e in Egitto ciò accade a 21 anni. Per quanto riguarda la sfera più intima e privata, in Angola a 12 anni le ragazzine entrano nell’ “età del consenso” per il sesso consapevole, cosa che in Italia, Giappone e Germania è stabilita a 14 anni, in Svizzera e Norvegia a 16, mentre ci vogliono 21 anni nel Bahrein. Sono molti i Paesi nel mondo che attestano sui 13 anni la possibilità di diventare un vero e proprio “cittadino del Web” potendo così aprire un account su Facebook e Google, unica eccezione l’Olanda, solitamente un Paese molto permissivo, che per diventare “social” richiede minimo i 16 anni. 14 anni è un’età di grandi cambiamenti psicologici, comportamentali e fisici: nell’Indiana a quest’età si potrebbe essere multati se si bestemmia in pubblico, mentre nell’Idaho per il 14enne decade “l’obbligo di girare con un attestato a firma dei genitori per comprovare che si lava i denti regolarmente”. C’è addirittura la prigione in Bangladesh se compiuti i 15 anni ti trovano a copiare durante gli esami scolastici. Paradossale che a 16 anni in luoghi come Indonesia, Russia,Norvegia, Egitto e Messico i ragazzi sia abili per prepararsi alla guerra (come volontari) ma non sono abbastanza grandi e maturi per fumare, votare o guidare un’auto, per cui ci vogliono i 18 anni. E’ incredibile ma a 18 anni in Tennessee si può finalmente giocare a flipper, mentre in Arizona solo a quest’età ottieni il permesso per comprare una bomboletta di vernice spray! Crescendo, infine, le curiosità assumono contorni ancora più interessanti. Secondo la scienza, infatti, a 30 anni si perde l’1% di testosterone ogni anno; a 65 anni un abitante dello Utah, lo Stato americano dei mormoni, ha il diritto di “sposare una cugina della stessa età avendo entrambi ormai acquisito una impeccabile capacità di giudizio”. Il viaggio è scoperta, conoscenza e cambiamento. E’ disponibilità mentale a ciò che non ci appartiene, ma che un giorno potrebbe diventare anche nostro. Accorgersi delle diversità, farle proprie e l’unico modo per viaggiare davvero e non solo per spostarsi da un luogo all’altro. Infatti, “non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita.”(Alphonse de Lamartine)