Mind Wandering: quando la mente consapevole aiuta la mente vagante
“L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità..” è una delle strofe di una canzone simbolo del cambiamento, dell’abbandono del certo per l’incerto. Un inno all’attesa, alla speranza, alla convinzione che qualcosa possa cambiare, se non nel mondo, almeno dentro ciascuno di noi. Non è lontano il tempo in cui ti raccontavo dei pregi e delle possibilità offerte dalla mindfulness, la granitica necessità di essere consapevoli, di respirare quel “qui” e quell’ “ora” con sostanziale partecipazione attiva al proprio quotidiano. Oggi, però, è tempo di bilanci e con questi anche di accettazione e conoscenza di come stiamo lentamente evolvendo verso una nuova dimensione cognitiva, offerta dalla mind wandering (mente vagante). E’ un fenomeno decisamente nuovo, che pone l’accento sulle capacità attentive e sul loro ruolo nelle azioni di tutti i giorni. Pare, infatti, che essa sia presente nel quotidiano in percentuali che variano dal 25 al 50%. Questo significa, che sempre più frequentemente i nostri gesti non sposano consapevolmente i nostri pensieri: automatismi collaudati che diventano incrollabili abitudini, sogni ad occhi aperti, situazioni in cui ci troviamo sempre di più con il pensiero “altrove”, sono i segnali più evidenti di questo nuovo esserci nel mondo.
Ricerche, a tal proposito, sottolineano come questa particolare caratteristica personale, possa essere frutto di una mente decisamente creativa (mind wandering intenzionale) che arrivi a determinare nuovi processi associativi, dando vita a insoliti legami, frutto di particolari informazioni, che generano vari interessi e stimolano attivamente la nostra memoria. Ma non tutti vivono questa situazione nello stesso modo. Succede, sempre più spesso, infatti, che la mind wandering sia molto più frequentemente, non intenzionale e che i numerosi “pensieri intrusivi” durante le attività quotidiane, rappresentino, per questo, un disturbo, un problema da risolvere. E lo stress, la stanchezza psico-fisica, la scarsa motivazione ad agire, l’eccessiva preoccupazione, l’ansia o la depressione sono tra le cause principali di questa condizione.
Tutto questo diventa disfunzionale nel momento in cui non riusciamo a raddrizzare l’attenzione, in una fascia d’età molto ampia, perché va dall’infanzia all’età adulta, per declinare poi dopo i 70 anni. Non a caso per risolvere un tale approccio cognitivo, ci si avvale di un concetto significativo, che è quello dell’autoregolazione “quel processo che ci permette di controllare il nostro comportamento attraverso l’automonitoraggio e alcune azioni di prevenzione e controllo sull’ambiente, al fine di raggiungere obiettivi per noi importanti”. Mai come in questo caso l’analisi della personalità è determinante. Davanti a soggetti impulsivi, lo stato emotivo sarà sempre l’elemento trainante, che renderà di per sé inutile ogni tentativo di correzione del comportamento e quindi di relativo cambiamento. Ed ecco, perciò, ricorrere al sostegno di strumenti volti all’apprendimento e alla considerazione di sé e del proprio controllo cognitivo. Prepararsi al cambiamento, esattamente così come ci si prepara ad un nuovo viaggio, cosi come si lascia un abito vecchio, intessuto di 365 colori, per indossarne uno nuovo, qui e ora e scoprirne il tessuto non ancora del tutto ordito. La mindfulness ci viene, così, nuovamente in aiuto. E’ una riflessione universale: la possibilità di sviluppare capacità che ci regalino consapevolezza e coscienza della nostra identità, in un dato tempo e spazio. Una terapia cognitiva che insegna tecniche meditative, volte a migliorare l’orientamento dell’attenzione, ma anche stimolare la flessibilità al cambiamento, all’accettazione e alla convinzione di sé.
Così fermiamoci, anche solo un momento. Giusto proprio quell’attimo che segna il passaggio tra una dimensione e un’altra, disinnescando il pilota automatico, che ci porta ad andare avanti senza una vera convinta determinazione, costantemente distratti, confusi e privi della giusta attenzione e gratitudine per godere del presente, che stiamo vivendo. “Vi esorto a non buttare via il tempo, perché è veloce come una freccia, rapido come una corrente. La distrazione è interamente dovuta a mancanza di concentrazione; la stupidita’ e la cecita’ sono causate dalla mancanza di vera comprensione”.
(Yung-Ming Yen-Shou – 905-975)