Mindfulness – Il viaggio “consapevole”
“Come la superficie del mare si increspa quando soffia il vento, così anche la mente tende ad agitarsi e a divenire reattiva in presenza di turbolenze esterne. Ma se scendi quattro o cinque metri sotto la superficie del mare trovi solo un lievissimo movimento: a quella profondità l’acqua è calma anche quando la superficie è tempestosa” (J.Kabat-Zinn).
Ho sempre pensato che imparare a “viaggiare” dentro se stessi, ritrovando armonie perdute ed equilibri nascosti, possa essere l’inizio di un percorso esistenziale ricco di incredibili scoperte. Il viaggio più significativo e senza tempo, infatti, è quello che puoi fare ogni giorno esclusivamente in compagnia del tuo respiro, scoprendo “regioni” forse ancora sconosciute. Viaggiare dentro e fuori se stessi, con maggiore “consapevolezza”, applicando quella forma di meditazione, derivata dal buddhismo theravada, che regala effetti positivi sul corpo e sulla mente, allontanando lo stress, può essere proprio un ottimo inizio.
La mindfulness, di cui ora ti parlerò, è una delle tecniche più usate negli ultimi decenni,. Studiata e diffusa verso la fine degli anni ’70 da Jon Kabat-Zinn, medico e ricercatore fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society alla University of Massachusetts Medical School, sottolinea l’importanza della “consapevolezza che emerge, se prestiamo attenzione in modo intenzionale, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento” . Non è una condizione mentale facile e naturale per il nostro pensiero, sempre desideroso di anelare al futuro, dando vita a progetti ed aspettative che procurano spesso ansie e timori, oppure ripiegato inevitabilmente sui ricordi del passato: è un flusso mentale che si sposta ovunque e continuamente senza fermarsi e riposare “qui e ora”. Tutto quello che ci porta a dare per scontato ciò che ci accade, non ci permette di concentraci sull’attimo in cui viviamo, godendo del momento, senza assumere un atteggiamento critico o giudicante verso il presente.
Saki Santorelli direttore del Center for Mindfulness all’University of Massachussets Medical School ,riflette in questi termini: “Consapevolezza non è sinonimo di rilassamento e non è nemmeno una filosofia: è un modo di essere che implica lo stare costantemente in relazione con se stessi e con il mondo e l’accettare quello che c’è, sia che si tratti di disagio, di sofferenza, di passione o di piacere”.
“Dovunque tu vada ci sei già” di Kabat-Zinn: è un’interessante guida alla meditazione che aiuta inizialmente coloro che vogliono avvicinarsi a questa pratica, per conoscersi e conoscere, per imparare ad accettarsi e vivere nel senso più vero e profondo le emozioni, i rapporti e i pensieri che si snodano nel quotidiano. Il dare tanto o tutto per scontato, questa pessima abitudine che abbiamo e che condiziona la nostra esistenza, ci trasforma inevitabilmente in soggetti senza “anima”, privi di conoscenza reale e consapevolezza: “l’abitudine d’ignorare la realtà attuale privilegiando i momenti futuri conduce direttamente a una totale mancanza di attenzione per la quotidianità in cui siamo coinvolti”. Kabat-Zinn chiarisce meglio il suo ideale di meditazione: “Amo pensare alla consapevolezza semplicemente come all’arte di vivere presenti a se stessi”. Attraverso esercizi e consigli teorico-pratici, l’attenzione verso il proprio respiro e l’osservazione del proprio corpo è possibile raggiungere risultati davvero soddisfacenti. Scienza e mindfulness. La mindfulness non è legata a nessuna dimensione religiosa e non occorre avere particolari esperienze di yoga o altre forme di meditazione. A livello medico “è stata valutata in una serie di ricerche scientifiche, censite dal sito PubMed (l’archivio universale degli studi in campo biomedico), a partire dal 1982”.Segue un protocollo molto ben strutturato che si chiama Mbsr (Mindfuness based stress reduction) applicato inizialmente per il trattamento del dolore e in seguito per vari problemi fisici e psichici (disturbi psicosomatici, ipertensioni, insonnia, ansia..). In America è ormai talmente conosciuta e diffusa che è presente in più di 200 ospedali e utilizzata soprattutto come sostegno nei processi di riabilitazione, visti i risultati positivi, scientificamente dimostrati. Sappiamo, infatti, che la salute è spesso l’effetto di una stretta relazione tra corpo, mente e sistema immunitario, ecco perché questa tecnica sta interessando sempre di più la Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) in quanto diversi studi dimostrano che questa forma di meditazione provoca un cambiamento nelle cellule nervose,rallentando la tensione nervosa. Il fine della mindfulness, infatti, è prima di tutto quello di ridurre lo stress e il disagio interiore.
I centri. Per chi volesse saperne di più, i punti di riferimento principali sono il Centro italiano studi mindfulness a Roma e l’Associazione italiana mindfulness a Milano, che orientano alla ricerca dei corsi più aggiornati con istruttori abilitati.