Roma: il mio tour a piedi sul colle Aventino
La mia inarrestabile sete di curiosità mi porta a scegliere ogni destinazione, con il proposito di scoprire sempre qualcosa di diverso, magari di insolito, per arricchire la mia conoscenza e appagare la voglia di “nuovo” che ogni viaggio, dovrebbe rappresentare. Di Roma ti ho parlato tanto, anche nel mio libro “Viaggionauta” e oggi sono pronta ad aggiungere un tassello in più, la tessera di un mosaico quasi infinito, a cui è gradevole dare un senso, ogni volta che mi trovo qui, nella città eterna. Ho scelto di soggiornare all’Abitart Hotel, soprattutto per esigenze logistiche, rispetto a ciò che avrei voluto visitare: il colle Aventino su tutti. La sua forma trapezoidale è alquanto particolare, poichè da una parte le strade propendono verso il viale omonimo, mentre dall’altro il colle ha il suo confine sul Tevere, affacciandosi su un paesaggio urbano inaspettato. Vicino alla Stazione Ostiense, punto di partenza di questo mio slow tour, il simbolo più conosciuto resta, senza dubbio, la Piramide “Cestia”, da cui prende proprio il nome la stazione della metro Piramide, lì vicino, unico tentativo di modello architettonico “egiziano”, presente nella capitale, costruita in 330 giorni, su incarico di Caio Cestio, importante uomo politico, morto nel 12 a.C. , che la volle come proprio monumento funebre.
Da via della Piramide di Cestia si prosegue verso via Sant’Anselmo, in una deliziosa passeggiata tra edifici curati e stilisticamente suggestivi, in un’atmosfera coinvolgente e unica, lontana dal traffico cittadino. L’arrivo nella piazza dei Cavalieri di Malta è la prima tappa di questo percorso. Qui si trova il famoso “buco della serratura”, il modo più originale di vedere il “Cupolone” da una prospettiva incredibile, proprio attraverso il foro nella serratura del portone di una splendida villa, in origine, ex convento benedettino, che oggi ospita la sede dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Nella stessa piazza sorge la Chiesa di Sant’ Anselmo, di recente costruzione, tanto che i lavori si conclusero intorno al 1900. E’ una chiesa benedettina in stile neoromanico, in cui ancora oggi si presentano eventi e concerti di canti gregoriani molto graditi. Il monastero annesso ospitò il Dalai Lama durante il suo soggiorno a Roma, mentre la struttura si compone, ancora, del Pontificio Ateneo e del relativo Collegio. La basilica dei Santi Bonifacio e Alessio ha subito una profonda ristrutturazione nel XVIII sec e oggi appare in uno stile barocco facilmente riconoscibile, anche se la sua costruzione iniziale ha origini decisamente antiche (fine V sec.). Il giardino storico adiacente all’edificio è una sosta imperdibile, la prima per iniziare a godere di un panorama sulla città di deliziosa bellezza. Ma la chiesa forse più conosciuta dell’Aventino resta la chiesa di Santa Sabina. Di origine paleocristiana, costruita nel 425, durante il pontificato di Celestino, è stata successivamente restaurata nel 1930. Oggi appare come una struttura semplice e lineare, di gran gusto estetico, a cui pare essere legata un’antica leggenda. Si narra che nel XIII sec san Domenico venne tentato più di una volta proprio da Satana, il re degli Inferi.
La sua rettitudine morale e la sua fede incrollabile, però, lo allontanarono sempre da qualunque comportamento errato, rifuggendo il diavolo stesso. Così, un giorno, Satana, trovando san Domenico proprio davanti alla chiesa, lo provocò nuovamente, scagliandogli addosso un grande pezzo di marmo e questi non solo rimase illeso, ma continuò a pregare. Si narra che i segni degli artigli del diavolo siano presenti su un pezzo di pietra nera, lucida e liscia, conservata all’interno della chiesa, proprio vicino alla porta d’ingresso, a testimoniare la sconfitta del male. Nel cortile del convento adiacente, proprio grazie allo stesso san Domenico, che lo portò dalla Spagna, nel 1220, per la prima volta in Italia, pare sia presente il primo albero di arancio. Sempre la leggenda narra, infatti, che dopo averlo piantato, i semi dei frutti prodotti si diffusero in tutta la penisola. A conferma di ciò, sembra essere legata l’origine del famoso e incantevole Giardino degli Aranci (Parco Savello), che confina con la stessa chiesa. Si tratta di una terrazza meravigliosa, che offre un panorama di spettacolare tra i tetti e le cupole più affascinanti della città. Un’oasi di pace, di verde e di natura a due passi dal centro affollato, per chi vuole una Roma diversa, più silenziosa, intima e indimenticabile.