Svizzera: la storia del romantico castello di Chillon
Proprio affacciato sul lago di Ginevra a pochi chilometri da Montreux, delizioso centro svizzero di cui ti ho recentemente parlato, ecco distendersi il profilo meraviglioso del castello di Chillon. E’ una antica costruzione medievale, che lega la sua celebrità a diversi illustri scrittori, che lo resero uno dei luoghi più romantici di questa zona. La storia vuole che si ritrovino qui le tracce di un patriota ginevrino del 1500, un tale Francesco Bonivard, priore di San Vittore di Ginevra e capo dei Figli di Ginevra, uno dei partiti politici che all’epoca dividevano la città. Fu Lord Byron a portare, per primo, alla luce la sua vicenda, quella di un personaggio-simbolo, che di ritorno da un viaggio a Friburgo, fu arrestato, imprigionato nei sotterranei del castello, incatenato al quinto pilastro per ben 5 anni e in seguito liberato (29 marzo 1536). Byron che visitò Chillon nel 1816, non poteva trascurare questo documento così particolarmente emozionante, tanto che ancora oggi i visitatori del castello cercano soprattutto l’antica prigione e la colonna su cui lo stesso scrittore appose la sua firma. Ma non fu il solo a celebrare questo episodio. Seguirono riferimenti di Rousseau nella sua opera “La Nuova Eloisa” e poi ancora Victor Hugo, Dickens, Goethe ed Hemingway. Chillon divenne presto uno dei più fervidi motivi di ispirazione letteraria, preferiti da molti scrittori che lo immortalarono così. La sua posizione è singolare e colpisce al primo sguardo.
E’ situato su una sorta di isolotto roccioso, in un punto strategico e obbligato per chi un tempo si spostava tra Italia, Francia e Svizzera, tramite il valico del Gran San Bernardo. Qui passavano, infatti, le antiche milizie e pagavano dazio, arricchendo così le casse del castello. Poi fu il turno dell’imperatore Claudio e dello stesso Napoleone che si portò qui il suo esercito. L’architettura gotica del XIII secolo è ciò che caratterizza la sua costruzione. Pilastri in marmo, volte a ogiva incrociate, elementi tipici di quest’epoca artistica, si ritrovano nel lavoro dell’architetto personale di Pietro II di Savoia, Pierre Mainier. Da sobria fortezza si volle trasformare in un sontuoso palazzo, tanto da ridisegnare i suoi interni, ammirati ancora oggi. L’architetto, però, non dimenticò l’importanza di farla restare, comunque, una struttura difensiva, ecco perché all’esterno emerge il mastio, l’antica torre rifugio, che offre una vista spettacolare sul lago e le montagne e rappresenta un punto d’osservazione e di controllo importantissimo. Rimase sotto la dinastia dei Savoia fino al 1536, quando venne conquistato dai Bernesi ,che ne cambiarono l’uso, destinandolo ad arsenale. Nel 1798 divenne proprietà del cantone di Vaud e nel 1887 fu fondata l’Associazione del castello di Chillon e dichiarato monumento storico. La visita al castello è imperdibile. Le sale più caratteristiche sono quella delle feste, la Gran sala del castellano e quella del conte, ma una menzione a parte merita la Sala degli stemmi, che si presenta con affreschi di grande bellezza, un pavimento a parquet e un camino con i simboli araldici di casa Savoia. Non meno importanti sono la camera da letto del duca (Camera Domini) al primo piano della torre, ristrutturata nel XIV secolo e la cappella dei duchi di Savoia, che presenta un soffitto originale del XIV secolo. Questa prigione così suggestiva ed immortale, rivive nei ricordi e nella storia e regala a questa porzione di territorio un profilo di altri tempi e una dimensione fatta di romantiche sensazioni.