Tiziano Terzani: La Vita e il Viaggio
Tiziano Terzani, unico vero viaggiatore di un mondo senza confini.
Nato a Firenze il 14 settembre 1938, si laureò in giurisprudenza nel 1961, dimostrando nel corso dei suoi studi grandi doti intellettive, curiosità e interessi che lo proiettarono ben presto a esordire nell’ambito del giornalismo. I suoi primi articoli, relativi alle problematiche del continente africano,furono gli strumenti che contribuirono alla svolta della sua vita, avvicinandolo in modo definitivo alla sua nuova e illustre carriera. Le collaborazioni con il Corriere della Sera e La Repubblica lo consacrarono tra i più importanti giornalisti internazionali del nostro tempo. “Un indovino mi disse” resta la sua opera più rappresentativa. I suoi ultimi anni di vita non furono facili, poiché egli si ammalò di tumore, eppure, nel suo libro “Un altro giro di giostra” scrisse : “Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso”. Il suo spirito, il suo modo di essere e di concepire la vita e con essa il significato stesso del “viaggiare” è insito in una interessante intervista del 2002 pubblicata su “Vita-no profit” di Emanuela Citterio di cui ti presento alcuni stralci:
– Che cosa significa per lei viaggiare? : Significa calarsi il più possibile nella realtà che si incontra. Lasciarsi guidare dalla curiosità. E seguire un filo. Quando viaggio mi lascio guidare dal caso, dagli incontri fortuiti e dall’imprevisto.
– Cosa porta in un viaggio? Medicine, un computer, dei block notes e qualche libro. Prima di partire attingo sempre alla piccola biblioteca che mi sono costruito. Il viaggio vero è solitario. Alle volte, però, si ha bisogno di compagnia, e allora i migliori compagni per me sono i libri: stanno zitti quando non li vuoi sentire e parlano quando li vuoi ascoltare. Ti danno moltissimo senza chiedere nulla e ti aiutano a capire senza ingombrarti.
– Come si veste? Cerco di cammuffarmi un po’, non per fingere, ma per partecipare, per immedesimarmi…….
– Che differenza c’è tra il turista e il viaggiatore? Il turismo consuma tutto. L’industria turistica è orribile non solo per fenomeni come la pedofilia e il mercato del sesso, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi……
– E il viaggiatore? Per tornare viaggiatori bisognerebbe ritornare a essere come gli unici veri viaggiatori: i pellegrini. Solo così è possibile salvare il turismo e le sue destinazioni…Il pellegrino è uno che ha rispetto, che venera il posto in cui va.
– Un paio di consigli per tornare ad essere viaggiatori…. Bisogna darsi tempo. Chi pensa di fare tutto in tre giorni, visitando ogni ora qualcosa, ha finito di vivere il viaggio, non può mai lasciarsi andare. Si dovrebbe poi viaggiare alla ricerca di qualcosa. Ci può essere chi è mosso dal desiderio di conoscere un posto dove si coltiva la barbabietola in modo diverso. E’ già qualcosa, è una ragione per viaggiare. Bisogna prepararsi alla scoperta, leggere qualcosa di bello, ritrovare la poesia del viaggio.
Il 28 luglio 2004 il mondo diventa orfano di questo grande personaggio che si spegne ad Orsigna (Pistoia) nel suo rifugio tanto amato e intimo.
Resta uno degli scrittori interessato di viaggi, più profondi e completi che possiamo ricordare.