Marrakech: l’incanto della Città Vecchia
Ho realizzato il sogno di visitare Marrakech, in estate, non certo nel suo periodo migliore, vista la caldissima accoglienza che la città mi ha riservato, ma questo non mi ha impedito di gustarla al meglio nelle sue più diverse sfumature. Piacevolissima nel suo caos quotidiano, ricercata ed entusiasmante nei suoi palazzi e tra i suoi giardini, curiosa nelle molteplici attività dei suoi suk, romantica nei caffè in cui sorseggiare tè alla menta godendosi un tramonto variopinto. La Medina è il quartiere della città vecchia, che si estende all’interno di una cerchia di mura imponenti e presenta una miriade di vicoli, stradine, palazzi, moschee e cupole che rappresentano la storia, la cultura e la tradizione di questa terra. Ecco i suoi simboli più architettonici più rappresentativi:
- Piazza Djemaa el Fna
È il cuore pulsante della comuntià marocchina, che si estende in un immenso spazio all’aperto dalla forma irregolare, creato nell’ XI secolo come méchouar (luogo per parate) e oggi usato come piazza del mercato. Suggestiva di sera, curiosa di giorno, offre una moltitudine di bancarelle di ogni tipo: alimentari, spezie, souvenir di vario genere e stupendi tessuti, ma ciò che colpisce maggiormente è la sua capacità di trasformarsi presto in un vero e proprio “teatro di strada” con intrattenitori per tutti i gusti, incantatori di serpenti, musicisti, addestratori di scimmie… L’Unesco l’ha descritta come uno dei “capolavori del patrimonio orale e tangibile dell’umanità”: uno spettacolo di suoni e colori che puoi gustare comodamente seduto in uno dei tanti caffè che costeggiano la piazza.
2. Moschea e Medersa Ben Youssef
Deve il suo nome al sultano almoravide che la fece costruire originariamente intorno al XII secolo, poi rivista nei secoli successivi con nuove proposte architettoniche. Nelle vicinanze c’è la più antica scuola coranica (Medersa), fondata nel XIV secolo e successivamente ampliata. Oggi non è più attiva, ma è possibile visitarla (il biglietto si può acquistare insieme a quello per il Museo di Marrakech) entrando dal meraviglioso cortile che subito anticipa la stupenda architettura arabo-andalusa caratteristica dell’intero edificio. L’impatto è davvero notevole
3. Palazzo Bahia
Il quartiere ebraico di Mellah significa “luogo del sale”, nome comune attribuito a tutti i quartieri ebraici delle città marocchine e riferito al monopolio che i mercanti ebrei avevano nel commercio della salgemma, estratto dai monti dell’Atlante. Qui l’edificio più interessante è questo immenso palazzo (8 ettari di superficie per 150 stanze) costruito verso la fine dell’Ottocento come residenza del gran visir, Bou Ahmed Ibn Moussa, per le sue 4 mogli, decine di figli e di concubine. Il nome significa “palazzo delle meraviglie” e mai appellativo fu più azzeccato: piccoli giardini con fontane e piante tropicali all’esterno, mentre gli interni sono decorati in marmi pregiati, mosaici e piastrelle (zellige dai colori splendidi, particolari intarsi in legno di cedro che lo rendono davvero un capolavoro di architettura.
4. Museo di Marrakech
All’interno del Palazzo Dar Menebhi (XIX sec), il museo nasce, verso la fine del 1900 con l’intento di diventare una vera e propria area espositiva. Accoglie la collezione permanente di arte marocchina (gioielli, ceramiche, reperti archeologici di grande valore..) ma anche altri diversi eventi artistici di rilievo ed è sede di concerti e spettacoli teatrali.
Il viaggio a Marrakech è appena iniziato, ti aspetto per raccontarti altre piccole curiosità!