Viaggio a Roma tra miti, leggende, storia e curiosità
Ci sono migliaia e migliaia di guide turistiche, che inneggiano alla maestosità di Roma e altrettanti spunti sul web che ne dipingono la bellezza, i luoghi simbolo, la storia e le tradizioni. Io vorrei parlarti, invece, di questa città, così cara al mio cuore, in un modo insolito e, perché no, magari suggestivo. Le sue origini risalgano ad un’antichità lunga quasi tremila anni, ma ci sono nel mondo, città molto più “antiche” di lei, che, invece, ha ricevuto l’appellativo straordinario di “città eterna”. Così scorgendo tra varie opere e testi che ne tramandano l’evoluzione, mi ha particolarmente colpito il motivo attribuito a questa definizione così marcata e universalmente condivisa. Pare che si debba all’imperatore Adriano questo sussulto dell’anima, che le sue parole vollero incorniciare nelle sue memorie. Roma viveva in quel periodo un momento di splendore in tutti i campi culturali e artistici ed egli pensava che nulla avrebbe potuto contrastare questo continuo ed eterno progresso al cospetto dell’umanità: “Altre Rome verranno e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo…Roma vivrà. Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini”. La storia della città segue un’origine molto incerta. Secondo la tradizione il nome è legato al suo fondatore, Romolo che delimitò i confini della città sul Palatino. Sempre in concomitanza a questa leggenda, il nome si legherebbe alla parola “Ruma”, di origine etrusca che significa mammella, in seguito proprio all’allattamento di Romolo e Remo. In base ad altri studi, essa potrebbe, invece, derivare ancora dalla parola etrusca “Rumon” che significa fiume, indicando così l’importanza del Tevere per tutta la popolazione. Non mancano le spiegazioni più romantiche e meno attendibili come quella indicata dallo scrittore bizantino del V sec., Giovanni Lorenzo Lido, secondo cui, Roma è soltanto il nome Amor letto al contrario. E’ indubbio, però, che l’attribuzione alla leggenda di Romolo e Remo resta la più accreditata.
E così non si tardò neanche a scoprire il luogo esatto in cui approdò la cesta dei due gemelli: una grotta alle pendici del colle Palatino al cui interno una lupa si prese cura di loro allattandoli e scaldandoli. Quel luogo, identificato tra le rocce lungo quella che oggi si chiama via di San Gregorio, era conosciuto come Lupercale. “A quei tempi le acque del Tevere allagavano spesso la valle tra l’Aventino e il Palatino e tutta la zona attorno all’attuale chiesa di Santa Maria in Cosmedin era una palude. E’ verosimile, dunque, che una cesta possa essere stata trasportata fin qui dalla corrente”. Tra i miti e le curiosità che avvolgono Roma e le tributano un fascino inimitabile, ci sono anche una serie di proverbi conosciutissimi. E in tema di viaggi, non potevo non scegliere il celebre detto “Tutte le strade portano a Roma”, offrendoti il suo curioso significato. Fu Giggi Zanazzo a regalare alla cultura popolare italiana questo modo di dire che ben presto fece il giro del mondo. L’origine va ricercata nel super efficiente sistema stradale costruito dagli antichi romani, che dalla città di Roma si estendeva a raggio, comprendendo tutte le destinazioni più lontane dell’Impero. “Dopo la caduta dell’Impero romano, la viabilità in Europa rimase pessochè immutata fin dopo il Medioevo. Le strade principali erano le sette vie consolari: Aurelia, Cassia, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina e Appia, insieme ad altre vie come la Trionfale, Prenestina, Clodia, Nomentana e Portuense. Dunque, per gran parte della storia occidentale antica, percorrere una strada a ritroso significava dirigersi con ogni probabilità verso Roma”. E infine una curiosità “topografica”. La mappa più antica e più grande della città, scolpita in marmo, intorno al 200 d.C., è la Forma Urbis Romae, esposta all’interno del Foro della Pace, che rappresentava il territorio urbano nei suoi minimi dettagli. Roma è un viaggio nel tempo, un percorso emozionale senza paragoni.